martes, 30 de marzo de 2010

En(red)ado. Voces sabias y críticas. Il Manifesto entrevista a Manuel Castells

M. Castell(http://www.manuelcastells.info/es/) responde a las preguntas de Il Manifesto. He aquí un extracto:

“…il termine hacker non va confuso con quello di crackers, che sono solo dei criminali cybernetici. L'etica hacker ritiene l'espressione della creatività come un fattore fondamentale per la vita dei singoli e ha lo stesso ruolo che ha avuto il «fare i soldi» nel capitalismo. Un hacker valuta la creazione tecnologica o in altri campi come la fonte della proprio piacere e del prestigio nel proprio gruppo di riferimento, cioè gli altri hackers”.

“Lo slogan «Yes, we can» illustra bene come si è manifestata questa speranza di cambiamento, che ha mantenuto la sua indipendenza dal leader eletto presidente. Obama potrà anche deludere i «politici insorgenti», ma il cambiamento desiderato e che li ha portati a mobilitarsi non scompare”.

“La politica insorgente può conquistare il potere statale. In questo caso però assistiamo a una istituzionalizzazione della politica insorgente. Ma è questo punto che prende avvio un nuovo ciclo che vede il nuovo potere confrontarsi con una nuova politica insorgente. Non è quindi contemplata nessuna stabilità, perché lo stare in società e l'azione politica contemplano sempre il conflitto, il dominio e la resistenza ad esso. La stabilità esiste solo nella testa di chi è al potere e vuole fermare l'inarrestabile e incontenibile movimento della società. E quando cercano di fermare o bloccare il movimento della società falliscono sempre”.

La entrevista completa:

http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/argomenti/numero/20100328/pagina/11/pezzo/274772/

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